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BRINDISIREPORT
Redazione
03 aprile 2015 18:37“
Anti-
Anti-
La Marina Militare ha deciso di sospendere l'attività di protezione antipirateria a bordo dei mercantili nazionali che attraversano le zone di crisi, ritirando i suoi nuclei imbarcati, e la mano passa dai militari ai privati. Sarà tutto nelle mani delle società di contractor la partita della tutela delle navi, e nasce una nuova professione non più riservata agli ex militari
Contractor privati a bordo di un mercantile, e sotto un gruppo di pirati somali
La Marina Militare ha deciso di sospendere l’attività di protezione antipirateria a bordo dei mercantili nazionali che attraversano le zone di crisi, ritirando i suoi nuclei imbarcati, e la mano passa dai militari ai privati. Sarà tutto nelle mani delle società di contractor la partita della tutela delle navi, e nasce una nuova professione non più riservata agli ex militari con almeno sei mesi di esperienza in missioni estere. I nuovi vigilantes del mare dovrebbero essere addestrati a Brindisi presso la Brigata Marina San Marco, che ha uno dei suoi reggimenti specializzato in protezione dei traffici marittimi, e a La Spezia presso il centro del Corpo delle Capitanerie di Porto.
Contractor privati, dunque, al posto dei militari sulle navi mercantili a rischio pirateria: come di recente annunciato dal ministro della Difesa, Roberta Pinotti, a garantire i servizi di sicurezza sulle navi che attraversano le aree di navigazione a rischio non sarà più la Marina militare. Il settore passerà completamente nelle mani dei privati -
Contractors-
"Parliamo di un settore che, nel nostro Paese, fino ad oggi ha impegnato circa 150 operatori – ha spiegato all'agenzia Adnkronos Vincenzo Pergolizzi, amministratore delegato di Metrosecurity Express, una delle tre società italiane autorizzate a fornire servizi di sicurezza antipirateria-
Oggi, invece, nelle nuove linee guida fissate dal Viminale che definiscono la formazione obbligatoria per gli operatori del settore, questa discriminante sparisce: "In ogni caso non parliamo di 'mercenari' senza esperienza, anche perché è lo stesso armatore che richiede l'impiego di figure qualificate", assicura Pergolizzi che spiega come in arrivo ci sono "diverse nuove richieste per frequentare questi corsi" che si andranno ad aggiungere alle decine di operatori che già lavorano sulle navi.
Per gli aspiranti contractor, una volta selezionati dalle società, si apre quindi il periodo di formazione che, spiega Pergolizzi, si divide in tre cicli: "Il primo sarà a cura dagli stessi istituti privati che si rivolgeranno a loro volta a società di formazione accreditate, mentre ad esaminarli, al termine del percorso, sarà una commissione presieduta da funzionari di Pubblica sicurezza. Gli altri due cicli saranno tenuti dalla Marina Militare, con ogni probabilità a Brindisi, e dalla Capitaneria di Porto, forse nel centro addestramento di La Spezia".
Pirati somali-
Rispetto al passato, continua Pergolizzi, gli episodi di attacchi a mercantili sono sicuramente in calo, al punto che ormai "parliamo di una decina di transiti protetti al mese nella risk area che va dal Mar Rosso a nord, fino al Madagascar a sud, con l'impiego di team composti da almeno quattro persone e che fino ad oggi erano coperti al 50 per cento dai militari". L'armatore, al momento, deve ancora fare richiesta di sorveglianza armata a bordo alla Marina e "solo dopo il diniego, può rivolgersi alle società private autorizzate dalle prefetture".
Ma se il ritiro dei militari sembra aprire una nuova fetta di mercato ai vigilantes privati, con un numero sempre maggiore di richieste in arrivo alle società del settore, il nuovo sistema presenta alcune lacune: "La situazione è ancora molto fluida e serve maggiore chiarezza su alcune questioni fondamentali sulle quali abbiamo chiesto un confronto con il ministero dell'Interno", spiega Maria Cristina Urbano, vice presidente di Assiv, associazione di settore delle vigilanze private. Ancora da chiarire, ad esempio, "chi sarà a farsi carico del costo dei corsi e se il personale dovrà frequentare i corsi all'interno dell'orario di lavoro o al di fuori".
SOLO ARMI PORTATILI PER LE GUARDIE ANTI-
3 novembre 2013, pubblicato in Sicurezza MarittimaAdnkronos – Solo armi portatili per i vigilantes impiegati in servizio antipirateria sui mercantili. Che dovranno essere almeno quattro su ogni nave ed aver superato prove teorico-
I vigilantes che svolgono compiti di protezione sulle navi devono essere in numero non inferiore a quattro, aver prestato preferibilmente servizio nelle forze armate, aver superato prove teorico-
Dal 2005 al 2012 la pirateria nelle acque del Corno d’Africa ha fruttato, non tanto agli stessi predoni ma ai finanziatori 413 milioni di dollari (306 di euro), la maggior parte dei quali e’ stata reinvestita “su scala globale” per finanziare altre attivita’ criminali. Tra il 30 ed il 75% dei riscatti finisce nelle mani dei signori della Tortuga, consorziati in tre grandi reti. I dati sono stati forniti da uno studio di Banca Mondiale, Onu e Interpol, che indica nello Stato fallito per eccellenza, la Somalia il cuore del sistema. Tra gli investimenti preferiti il traffico d’armi, delle foglie di ‘khat’ (una droga usata abitualmente nell’area) di immigrati ed il finanziamento di milizie, cosi’ come affari legittime per riciclare il denaro.
Foto: Militarypohotos.net