Menu principale:
Le squadre speciali in Italia
Sono la novità più importante sul fronte antiterrore, introdotte dopo la strage al Bataclan. Si tratta di squadre speciali attrezzate per intervenire rapidamente e rispondere al fuoco di armi lunghe, come i Kalashnikov usati dai terroristi parigini. Il personale (proveniente dai reparti territoriali) ha subito un duro addestramento con il battaglione Tuscania. L’aggiornamento è continuo e i requisiti per farne parte sono molto severi.
Le Api
Le Api sono le Aliquote di pronto intervento dei carabinieri. Si tratta di squadre di tre o quattro militari, con armamento pesante: fucile d’assalto AR70/90 calibro 5.56, auto blindata Land Rover, giubbetti antiproiettile specifici per armi da guerra. In ogni squadra c’è un tiratore scelto. Sono in servizio preventivo tutto il giorno insieme alle auto del Radiomobile in modo da intervenire immediatamente al bisogno.
Le Sos
Sono le Squadre operative di supporto dei carabinieri. Intervengono per rafforzare l’azione delle Api e si muovono su mezzi blindati RG-
Le Uopi
Le Uopi sono le Unità operative di pronto intervento della polizia. Dipendono dall’Ufficio prevenzione generale e sono l’equivalente delle Api dell’Arma. Il personale è ugualmente addestrato in modo continuo e altamente specializzato. Varia l’armamento: i poliziotti, oltre all’armamento convenzionale, hanno pistola mitragliatrice H&K Ump in calibro 9 parabellum. Si muovono su fuoristrada Land Rover blindati.
Gis e Nocs
I corpi d’elite di polizia (Nocs) e carabinieri (Gis) sono addestrati per sostenere qualsiasi tipo di conflitto a fuoco, sono esperti di armi ed esplosivi e intervengono in caso di liberazione di ostaggio o assalti a gruppi armati. Hanno armamento speciale, utilizzano diversi tipi di armi d’assalto e fucili di precisione. Sono aviotrasportati e hanno sede a Roma e a Pisa, ma dopo gli attentati parigini un gruppo di circa 25 militari dei Gis è stato dislocato a Milano per un intervento ancora più rapido.
I negoziatori
Quello del negoziatore è un ruolo specifico, altamente qualificato. Durante l’esercitazione di San Siro sono intervenuti due marescialli del Nucleo investigativo di Milano con il supporto del comandante Michele Miulli. Una volta stabilito il contatto con il terrorista, è il negoziatore a valutare se e come procedere in base alla «disponibilità» del suo interlocutore. Se vengono meno le condizioni di dialogo o se gli ostaggi vengono messi in pericolo, il negoziatore comunica ai vertici delle forze dell’ordine che la negoziazione non può procedere oltre, e che devono intervenire i corpi speciali.
Il supporto aereo
L’intervento di un elicottero è fondamentale per avere una visione completa della zona «sotto attacco». Il pilota invia le riprese in tempo reale nelle centrali di polizia e carabinieri e in Prefettura dove è riunita l’unità di crisi. L’elicottero (abilitato al volo notturno) è in grado anche di illuminare l’area colpita o, se possibile, atterrare in una zona sicura per evacuare eventuali ostaggi. In casi particolari i corpi speciali possono intervenire nell’area di conflitto a fuoco direttamente calandosi dall’elicottero. Polizia e carabinieri possono contare anche su aerei che volano in alta quota per il supporto informativo e su flotte di droni con telecamere.
Le squadre antisabotaggio
Sono gli artificieri. Intervengono in caso di pacchi sospetti o di ordigni. Effettuano anche bonifiche preventive in luoghi sensibili, anche con l’uso di cani che fiutano le molecole degli esplosivi. Nell’esercitazione di San Siro il ruolo degli artificieri è stato quello di bonificare l’area e la zona delle biglietterie, dove si era rifugiato il commando, per scongiurare il rischio di cariche esplosive dopo il blitz dei Gis.